Esiste una correlazione significativa tra sport e depressione? La domanda di questo studio condotto dalla dalla Dott.ssa Amorosi del dipartimento di salute mentale di Pescara (Ambrosi, 2014) era se lo sport producesse realmente effetti positivi sulla malattia mentale della depressione. Dallo studio sono emerse prove concrete che la pratica sportiva aumenti i livelli di endorfine, sostanze responsabili del buonumore. Questo dato induce a considerare la pratica sportiva sia particolarmente utile per supportare la prevenzione e il trattamento contro la depressione, attraverso una pratica sportiva moderata e anche diversificata.
Ma come si declina la depressione a livello neurologico? Secondo gli studi scientifici il protrarsi della depressione per un lungo periodo produce cambiamenti nel cervello, a livello di sistema neuroendocrino deputato alla produzione di ormoni deputati alla regolazione del tono dell’umore: ciò ha un impatto a livello di attività di vita quotidiana poiché la persona depressa non ha la spinta a svolgere le attività della giornata e si mostra piuttosto apatica, sviluppando spesso disturbi del sonno (Yapko, 2002).
Uno studio condotto dall’università di Durham su 156 pazienti di età superiore ai 50 anni prevedeva tre gruppi di pazienti sottoposti in maniera differente ai trattamenti contro la depressione: il primo gruppo ha ricevuto solo terapia farmacologica, il secondo è stato sottoposto ad un programma di allenamento sportivo, il terzo gruppo a entrambi i trattamenti (farmacologico e sportivo). Dopo quattro mesi di questi trattamenti la depressione diminuì significativamente o svanì completamente in tutti e tre i gruppi. A seguito di questo risultato sono stati sospesi tutti i trattamenti farmacologici. A dieci mesi di distanza dall’interruzione della terapia farmacologica si è osservato che il gruppo sottoposto soltanto al trattamento sportivo mostrava un minor tasso di recidiva dei sintomi depressivi rispetto agli altri due gruppi trattati con solo farmaci o con entrambi farmacoterapia e sport terapia. Questo dato è supportato dal fatto che grazie all’attività fisica viene stimolata la naturale chimica del cervello, mentre l’interruzione dei farmaci espone i pazienti al normale “effetto rebound”.
Impegnare il cervello in attività sportive e scoprire la passione verso un’attività sportiva specifica, sposta l’attenzione e spinge la mente a trovare nuovi pattern comportamentali, diversi in base all’attività sportiva praticata, che consentono al paziente di uscire dalla solita routine e dai soliti pensieri rimuginativi negativi e infine anche di uscire fisicamente dalla propria stanza e quindi dall’isolamento (Amorosi, 2003). Un adeguato supporto psicologico è necessario per consentire al paziente di uscire dall’isolamento sociale e iniziare un programma di trattamento sportivo insieme a tecnici specializzati nello sport e psicologi per permettergli di unirsi ad altri sportivi e migliorare anche l’aspetto relazionale.
Infine, lo step ulteriore di passare dall’attività indoor all’attività all’aria aperta aiuterebbe ulteriormente i pazienti grazie al benefico rapporto con la natura e l’esposizione ai raggi solari che stimolano l’attività dell’ipofisi e degli ormoni di solito carenti nei sintomi depressivi. La conclusione dello studio e della recente letteratura scientifica dimostra che la pratica sportiva a livello moderato e diversificato in varie discipline aiuta a prevenire e trattare la depressione.